La scuola è finita, l’estate è qui e i nostri ragazzi si troveranno con più tempo libero da riempire con diverse modalità, dalle più avventurose e coinvolgenti, a quei sani vuoti di ozio che solo le vacanze possono garantire. Ma è qui che si intravede nitida la tentazione di ricorrere ad un uso più “importante” del digitale.
Come possiamo coinvolgerli affinché non siano soggetti ad un sovra utilizzo tossico di digitale da riempimento di vuoti, ma che anzi lo affrontino come qualcosa che abbia anche un senso? YoutTube, TikTok, Instagram, Netflix ecc. possono convergere verso un qualcosa di istruttivo, oltre che essere un passatempo.
Francesca Parviero, esperta di futuro del lavoro e di strategie digitali per la valorizzazione del
capitale umano, ha chiesto ad Anna Martini, specialista in ambito di educazione digitale per gli adulti e anche madre di 6 figli maschi fra i 16 anni e i 9 mesi, in rete nota come Mammadi6maschi, come fare, dal suo osservatorio speciale, a stimolare bambini e ragazzi per portarli più lontano da questo rischio.
“Un genitore non può avere lo stesso approccio per bambini piccoli e per adolescenti, perché il controllo che si può esercitare va rivolto a diversi livelli: con un bambino non sarà difficile guardare cosa fa mentre lo fa, cambiare canale, lanciare un video differente; con un adolescente bisogna scegliere a priori la modalità di verifica di quello che guardano e fanno, andando ad impostare limiti giornalieri e parental control laddove serve. E parlare, parlare, parlare. Più parliamo loro quando saranno piccoli e più ne faranno tesoro da grandi, quando si sa che non abbiamo tanto modo di penetrare quel muro di gomma.”
Proviamo a pensare a 5 regole/consigli per un uso accorto per piccoli e grandi.
Resta il fatto che queste vacanze sono dei momenti di stacco anche per te, genitore che leggi, e che per quanto si possano voler fare bene tutte le cose che riguardano i figli, la cura, la loro protezione, loro saranno scaltri e veloci ad apprendere altro. E allora facciamoci dare anche noi qualcosa da imparare da loro: affianchiamoli in un Tik Tok, ascoltiamo un vocale che li fa ridere, guardiamo un cartone che parla di loro oggi, e lasciamo i condizionamenti della generazione precedente, quella che pensa sempre che le proprie azioni e i propri ricordi siano migliori, perché memorabili per sé, perché i ricordi si edulcorano, perché ciò che si conosce non fa paura.
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A cura di Francesca Parviero, esperta di futuro del lavoro e di strategie digitali per la valorizzazione del capitale umano e Anna Martini, specialista in ambito di educazione digitale per gli adulti